mercoledì 12 gennaio 2011

Interludio: "La casa del ladro" di Ascanio Celestini

Dal vivo al festival "Fino al cuore della rivolta" a Fosdinovo, 31 luglio 2010.
Dedicata a Gaetano Bresci, "tessitore, anarchico e uccisore di re".


lunedì 10 gennaio 2011

Uccisi in carcere: il caso di Marcello Lonzi

Aveva 29 anni ed era detenuto nel carcere di Livorno, condannato a nove mesi di reclusione per tentato furto.
Si chiamava Marcello Lonzi.
E' stato massacrato ed è morto, in carcere, l'11 luglio 2003.

La sentenza di archivazione (19 maggio 2010) ha sostenuto che si sia trattato di un "forte infarto".









Come riportano le perizie, aveva 8 costole rotte, lo sterno fratturato, la parte sinistra della mandibola fratturata, diverse escorazioni e 2 "buchi" in testa (di cui uno profondo fino all’osso e in cui vengono trovate tracce della vernice blu scura della cella).

...ed è solo uno dei molti. Morti in carcere, morti "sotto la custodia" dello Stato.

« Non mi uccise la morte
ma due guardie bigotte,
mi cercarono l'anima
a forza di botte. »

giovedì 6 gennaio 2011

"Chi non conosce il passato è condannato a ripeterlo."



Scritto e pubblicato per la prima volta nel 1970 da "un gruppo di militanti della sinistra extraparlamentare", 'La strage di Stato' è una controinchiesta sulla strage di piazza Fontana a Milano del 12 dicembre 1969, convenzionalmente ritenuta il primo evento della famigerata "strategia della tensione"; nato per demolire la versione ufficialmente sostenuta in quegli anni al riguardo (che la colpevolezza fosse da attribuirsi agli anarchici e, più in generale, al movimento antagonista), questo libro rimane oggi un prezioso strumento per comprendere le dinamiche "di dominio" tuttora messe in atto da uno Stato che, mentendo, si dipinge come "democratico".


Dalla prefazione all'edizione del 1999:

« Questo, infatti, non è un libro dietrologico. Non ricostruisce fatti scegliendo solo gli avvenimenti che possono far comodo alla versione che si intende sostenere. Non chiude gli occhi di fronte alla violenza dicendo - cioè mentendo - che "la violenza è solo fascista". Sa vedere e distinguere la violenza dei fascisti, quella dello Stato e anche quella del movimento antagonista. Se c'è conflitto - sembra banale dirlo, ma a molti suona oggi quasi come un'eresia - i colpi si prendono, ma si danno anche. Questo libro non ha insomma nulla a che spartire con quella subcultura della "teoria del complotto universale" fiorita negli anni successivi. Gli autori non cadono mai nella trappola del "doppio Stato", cara ai dietrologi (pseudo-storici) di ascendenza Pci che si sono, al massimo, limitati a definire le stragi come semplicemente fasciste. Non credono insomma che in Italia sia mai esistito uno "Stato buono" che conviveva conflittualmente con quello "cattivo". Lo Stato era ed è soltanto uno: l'apparato (i servizi, la polizia, i carabinieri, la magistratura, ecc.) non si muove indipendentemente dal potere politico. Ma lo Stato non è neppure la riproduzione organizzata delle molteplici presenze politiche in parlamento. Esistono anche nell'apparato i "sinceri democratici" o semplicemente i funzionari onesti. Ma la controinchiesta svela senza possibilità di errore come i secondi vengano sempre rimossi, sostituiti, allontanati, quando la loro opera non coincide con le finalità dell'azione generale dell'apparato.
Senza la teoria del "doppio Stato" non ci può essere dietrologia. La dimostrazione di una simile affermazione sta tutta nel fatto che quasi quattro anni di governo di centrosinistra (la stessa formula in vigore nel '69, ma con in più una fetta consistente dell'ex Pci) e un ministro dell'interno ex "comunista" (Giorgio Napolitano) non hanno fatto uscire dagli archivi una sola notizia in più sulle stragi e i loro autori. Quando i dietrologi sono andati al governo, insomma, la verità sulle stragi è rimasta occultata esattamente come prima. Il che dimostra non solo la loro malafede, ma l'inattendibilità stessa della teoria. In questo senso 'La strage di Stato' è un libro sull'irriformabilità democratica dello Stato, quanto meno di questo paese, sul suo consistere reazionario indipendentemente dal succedersi di governi che se ne servono senza mai metterlo in discussione. »


Al seguente link potete trovare l'intera opera (con le premesse ai singoli capitoli aggiunte nell'edizione del 1971): http://www.ecn.org/ponte/mediateca/stragedistato.pdf

Presentazione




" Sin dall'infanzia, mi sembra di aver sempre avuto, molto netto, il doppio sentimento [...] di vivere in un mondo senza evasione possibile, dove non restava che battersi per un'evasione impossibile. "
( Victor Serge )


L'intento di questo blog è umile e triplice: fungere da 'cassa di risonanza' per quelle notizie e analisi socio-politiche che ritengo utili alla comprensione delle dinamiche che ci coinvolgono (in quanto italiani e in quanto cittadini del mondo); permettermi di condividere le mie anarcoidi riflessioni al riguardo con chiunque sia interessato a leggerle; alleggerire la tensione di (r)esistere con musica ed immagini di varia natura.


...e a chiunque sia approdato fin qui auguro: amore, lucidità, spirito di rivolta.


[ Il nome del blog vuole essere un omaggio, ancor più che alla citazione di Victor Serge, all'omonimo libro autobiografico di Sante Notarnicola... ]