mercoledì 20 aprile 2011

15/03/2011: Gaza Youth Breaks Out

" Vaffanculo Hamas. Vaffanculo Israele. Vaffanculo Fatah. Vaffanculo ONU. Vaffanculo UNWRA. Vaffanculo USA! Noi, i giovani di Gaza, siamo stufi di Israele, di Hamas, dell'occupazione, delle violazioni dei diritti umani e dell'indifferenza della comunità internazionale! Vogliamo urlare per rompere il muro di silenzio, ingiustizia e indifferenza, come gli F16 israeliani rompono il muro del suono; vogliamo urlare con tutta la forza delle nostre anime per sfogare l'immensa frustrazione che ci consuma per la situazione del cazzo in cui viviamo; siamo come pidocchi stretti tra due unghie, viviamo un incubo dentro un incubo, dove non c'è spazio né per la speranza né per la libertà. Ci siamo rotti i coglioni di rimanere imbrigliati in questa guerra politica; ci siamo rotti i coglioni delle notti nere come il carbone con gli aerei che sorvolano le nostre case; siamo stomacati dall'uccisione di contadini innocenti nella buffer zone, colpevoli solo di stare lavorando le loro terre; ci siamo rotti i coglioni degli uomini barbuti che se ne vanno in giro con le loro armi abusando del loro potere, picchiando o incarcerando i giovani colpevoli solo di manifestare per ciò in cui credono; ci siamo rotti i coglioni del muro della vergogna che ci separa dal resto del nostro Paese tenendoci ingabbiati in un pezzo di terra grande quanto un francobollo; e ci siamo rotti i coglioni di chi ci dipinge come terroristi, fanatici fatti in casa con le bombe in tasca e il maligno negli occhi; abbiamo le palle piene dell'indifferenza da parte della comunità internazionale, i cosiddetti esperti in esprimere sconcerto e stilare risoluzioni, ma codardi nel mettere in pratica qualsiasi cosa su cui si trovino d'accordo; ci siamo rotti i coglioni di vivere una vita di merda, imprigionati da Israele, picchiati da Hamas e completamente ignorati dal resto del mondo.

C'è una rivoluzione che cresce dentro di noi, un'immensa insoddisfazione e frustrazione che ci distruggerà a meno che non troviamo un modo per canalizzare questa energia in qualcosa che possa sfidare lo status quo e ridarci la speranza. La goccia che ha fatto traboccare il vaso facendo tremare i nostri cuori per la frustrazione e la disperazione è stata quando il 30 Novembre gli uomini di Hamas sono intervenuti allo Sharek Youth Forum, un'organizzazione di giovani molto seguita con fucili, menzogne e violenza, buttando tutti i volontari fuori incarcerandoni alcuni, e proibendo allo Sharek di continuare a lavorare. Alcuni giorni dopo, alcuni dimostranti davanti alla sede dello Sharek sono stati picchiati, altri incarcerati. Stiamo davvero vivendo un incubo dentro un incubo. E' difficile trovare le parole per descrivere la pressione a cui siamo sottoposti. Siamo sopravvissuti a malapena all'Operazione Piombo Fuso, in cui Israele ci ha bombardati di brutto con molta efficacia, distruggendo migliaia di case e ancora più persone e sogni. Non si sono sbarazzati di Hamas, come speravano, ma ci hanno spaventati a morte per sempre, facendoci tutti ammalare di sindromi post-traumatiche, visto che non avevamo nessuno posto dove rifugiarci.

Siamo giovani dai cuori pesanti. Ci portiamo dentro una pesantezza così immensa che rende difficile anche solo godersi un tramonto. Come possiamo godere di un tramonto quando le nuvole dipingono l'orizzonte di nero e orribili ricordi del passato riaffiorano alla mente ogni volta che chiudiamo gli occhi? Sorridiamo per nascondere il dolore. Ridiamo per dimenticare la guerra. Teniamo alta la speranza per evitare di suicidarci qui e adesso. Durante la guerra abbiamo avuto la netta sensazione che Israele voglia cancellarci dalla faccia della Terra. Negli ultimi anni Hamas ha fatto di tutto per controllare i nostri pensieri, comportamenti e aspirazioni. Siamo una generazione di giovani abituati ad affrontare i missili, a portare a termine la missione impossibile di vivere una vita normale e sana, a malapena tollerata da una enorme organizzazione che ha diffuso nella nostra società un cancro maligno, causando la distruzione e la morte di ogni cellula vivente, di ogni pensiero e sogno che si trovasse sulla sua strada, oltre che la paralisi della gente a causa del suo regime di terrore. Per non parlare della prigione in cui viviamo, una prigione giustificata e sostenuta da un paese cosiddetto democratico.

La storia si ripete nel modo più crudele e sembra non fregare nulla a nessuno. Abbiamo paura. Qui a Gaza abbiamo paura di essere incarcerati, picchiati, torturati, bombardati, uccisi. Abbiamo paura di vivere, perché dobbiamo soppesare con cautela ogni piccolo passo che facciamo, viviamo tra proibizioni di ogni tipo, non possiamo muoverci come vogliamo, né dire ciò che vogliamo, né fare ciò che vogliamo, a volte non possiamo neanche pensare ciò che vogliamo perché l'occupazione ci ha occupato il cervello e il cuore in modo così orribile che fa male e ci fa venire voglia di piangere lacrime infinite di frustrazione e rabbia!

Non vogliamo odiare, non vogliamo sentire questi sentimenti, non vogliamo più essere vittime. BASTA! Basta dolore, basta lacrime, basta sofferenza, basta controllo, proibizioni, giustificazioni ingiuste, terrore, torture, scuse, bombardamenti, notti insonni, civili morti, ricordi neri, futuro orribile, presente che ti spezza il cuore, politica perversa, politici fanatici, stronzate religiose, basta incarcerazioni! DICIAMO BASTA! Questo non è il futuro che vogliamo!

Vogliamo tre cose. Vogliamo essere liberi. Vogliamo poter vivere una vita normale. Vogliamo la pace. E' chiedere troppo? Siamo un movimento per la pace fatto dai giovani di Gaza e da chiunque altro li voglia sostenere e non si darà pace finché la verità su Gaza non venga fuori e tutti ne siano a conoscenza, in modo tale che il silenzio-assenso e l'indifferenza urlata non siano più accettabili.

Questo è il manifesto dei giovani di Gaza per il cambiamento!

Inizieremo con la distruzione dell'occupazione che ci circonda, ci libereremo da questo carcere mentale per riguadagnarci la nostra dignità e il rispetto di noi stessi. Andremo avanti a testa alta anche quando ci opporranno resistenza. Lavoreremo giorno e notte per cambiare le miserabili condizioni di vita in cui viviamo. Costruiremo sogni dove incontreremo muri.

Speriamo solo che tu - sì, proprio tu che adesso stai leggendo questo manifesto! - ci supporterai. Per sapere come, per favore lasciate un messaggio o contattaci direttamente a
freegazayouth@hotmail.com.

Vogliamo essere liberi, vogliamo vivere, vogliamo la pace.

LIBERTA' PER I GIOVANI DI GAZA! "








...ed il testo che segue consta dei chiarimenti forniti dai ragazzi del GYBO in seguito alla pubblicazione del loro manifesto:


"
Manifesto 2.0
La Gioventù di Gaza chiama il Pianeta Terra! C'è nessuno là fuori? “La cosa di Gaza?”

Il precedente manifesto sembra essere cresciuto al di là delle aspettative; in molti ci hanno sostenuto, molti altri si sono erti contro di noi, in pochi sono rimasti indifferenti. Ciascuno aveva una sua opinione, eppure raramente ascoltava quella degli altri - e nel mezzo di questo casino, la nostra voce è rimasta inascoltata.

Secolare, Islamofobico, Divisorio, Cospiratorio, Immaginario (?); ci hanno chiamati in così tanti modi che abbiamo smesso di contarli e abbiamo incominciato a piangere. Sia i nostri sostenitori che coloro che si sono ripromessi di demolirci si sono fermati a quella SINGOLA cosa nel nostro manifesto: “Vaffanculo Israele. Vaffanculo Hamas. Vaffanculo Fatah. Vaffanculo ONU. Vaffanculo UNRWA. Vaffanculo USA!”. E nonostante tutti i nostro sforzi nello spiegarci sulla nostra pagina di Facebook, è stato invano.

E tutte le altre cose che abbiamo scritto? Chiariamo alcune cose, cominciando dal punto di vista dei movimenti palestinesi. Siamo stati duri, è vero. Eravamo arrabiati, e lo siamo tuttora. L'ordine in cui le “parti” sono state citate non era intenzionale, e siamo consapevoli che ha recato molta confusione. Tuttavia, a coloro che ci accusano – perché abbiamo denunciato la corruzioni dei nostri leader politici – di insultare le migliaia di persone che hanno votato per Hamas nel 2006 (tra cui noi), di insultare la memoria dei martiri dei gruppi della Resistenza affiliati alle diverse fazioni palestinesi che hanno dato il loro sangue per noi in molte occasioni, a cominciare dall'Operazione Piombo Fuso, vogliamo rispondere: non insultate il diritto dei palestinesi a criticare i loro politici.

Piombo Fuso non è stata una guerra; Piombo Fuso è stato un massacro, una mattanza, tutto tranne che una guerra. E durante questo massacro, noi, gente di Gaza, abbiamo pagato anche con il nostro sangue. Ogni singolo palestinese ha sacrificato qualcosa, qualcuno, ci ha colpiti tutti, dai più giovani ai più anziani, non soltanto la Resistenza. Le bombe non fanno molte distinzioni. Non intendevamo rinnegare la Resistenza, e lo ripeteremo un'altra volta: non rinnegheremo MAI coloro che combattono per noi, per la nostra Palestina, e NON lo abbiamo fatto nel precedente manifesto.

Sì, abbiamo votato per il governo di Hamas. Tutti lo abbiamo fatto. Eravamo stanchi della corruzione del governo di Fatah, volevamo un cambiamento e speravamo che Hamas sarebbe stato quel cambiamento. Ed è PRECISAMENTE ciò a darci il diritto di urlare loro contro la nostra rabbia, perché sono responsabili di noi, responsabili del nostro benessere, della nostra sicurezza. Fatah in Cisgiordania arresta i membri di Hamas, Hamas a Gaza arresta i membri di Fatah, mentre ovunque in Palestina si possono trovare membri della stessa famiglia appartenenti a diverse fazioni che vivono uniti. Sì, denunciamo i nostri politici – notate quella parola, POLITICI – perché il loro odio reciproco li ha divisi anche durante la commemorazione del primo anniversario dell'operazione Piombo Fuso, mentre una folla di palestinesi di ogni fazione si ergeva unita da martirio, lutto e amore per la Palestina.

Che vogliate ammetterlo o meno, crederci o meno, la corruzione esiste, ed è nostro diritto in quanto palestinesi di denunciarla, perché ne siamo stufi. Il cambiamento interno non ha soltanto parametri interni. Il cambiamento arriverà soltanto se le persone al di fuori realizzeranno di dover prendere in considerazione il fatto che la corruzione esiste, e che deve essere fermata se rivogliamo l'unità. Così, se dobbiamo urlare al mondo affinché i nostri leader politici ci sentano e si preoccupino di unirsi per noi, lo faremo un centinaio di volte.

Non è di alcun aiuto chiederci di tacere riguardo alla nostra situazione politica. Siamo accusati di incoraggiare la divisione perché osiamo additare la debolezza dei nostri leader politici. Nessuno sa, tranne coloro che vi sono DENTRO, com'è la vita in Palestina a causa di queste divisioni. Cercare di zittirci dicendo “non criticate, tenete le vostre divisioni 'segrete' e discrete” è oltremodo dannoso! Non fa che confermare ai nostri politici che possono continuare ad agire nel modo in cui agiscono ora, e fa sì che vengano sostenuti da persone che ignorano le menzogne nei loro programmi. In altri termini, criticare i leader di Hamas – ma ANCHE i leader delle altre fazioni – è un modo per noi di dire “se continuate a comportarvi così, tutto quello che otterrete è divisione, che è quel che desidera Israele”. Dobbiamo ricordare loro i nostri martiri e gli imprigionati, i nostri precedessori, coloro che hanno dato origine a quei movimenti e li hanno fatti vivere. Dobbiamo ricordare loro che lo sceicco Yaseen, Marwan Barghouti e tutti gli altri meritano di più di questo. Chi è nella posizione migliore per un così sincero grido se non i loro figli?

Sono state sollevate domande sul nostro anonimato. Possiamo capirlo. Quello che non capiamo è che invece di ascoltare la nostra richiesta di tempo e pazienza, ci siamo visti coinvolti in una caccia alle streghe, tanto ridicola quanto intenta a scovare il minimo elemento che ci facesse cadere. Un esempio?

“ Il fatto che i finanziamenti per questo gruppo [lo Sharek Youth Forum] provengano dallo statunitense National Endowment for Democracy (che ha fatto tanto per rovesciare la democrazia in molti paesi) è sospetto. Allen Weinstein (uno dei fondatori del NED) ha detto che “quel che facciamo noi oggigiorno veniva fatto di nascosto dalla CIA 25 anni fa”. Piace a qualcuno questa cosa? ”

Ma seriamente?! Poiché abbiamo menzionato come la chiusura del forum – che era uno dei pochi centri per la gioventù rimasti a Gaza,e uno degli unici posti in cui i giovani potevano incontrarsi, imparare lingue straniere, usare internet, e godersi cose che non hanno a casa in modo da sfuggire alla mortale routine di Gaza – sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per ragazzi che non avevano nessun altro posto dove andare, alcune persone hanno supposto che la nostra “base” fosse quel centro e che eravamo finanziati dalla CIA? Altre persone affermano che sia sospetto che il nostro manifesto abbia creato tanto clamore, che sia arrivato fino ai giornali occidentali. Che fine ha fatto il principio dell'“innocentre fino a prova contraria”? Sembriamo essere le prime vittime del nostro successo.

Noi esistiamo, e se non vogliamo al momento rivelare la nostra identità – per ragioni di sicurezza – è un nostro diritto. Tuttavia, ulteriori prove della nostra esistenza verranno nei prossimi giorni, una delle quali data dagli amministratori di Electronic Intifada:

Asa Winstanley : sia Max Ajl che Jarid Malsin (giornalisti occidentali non-mainstream e blogger che vivono a Gaza, in entrambi dei quali ho fiducia) ritengono che siano reali:
http://twitter.com/jmalsin/status/21724694201769984
http://twitter.com/maxajl/status/21730678391439360

Qual è la nostra parola d'ordine? Libertà. Ed è per questo che sappiamo di aver bisogno che i palestinesi e i loro leaders si uniscano contro l'Occupante Sionista. Ed è precisamente per tale motivo che invitiamo all'azione. Ora. Non tra 6 mesi, non tra un anno, non attendendo che un altro massacro ci colpisca. Chiediamo ai palestinesi di unirsi ed organizzarsi in un efficiente movimento di proteste non violente, di boicottaggio. Chiediamo che cessino gli investimenti e che vi siano sanzioni contro “Israele”. Rivogliamo la nostra terra, rivogliamo la nostra libertà di movimento, vogliamo poter andare all'estero per avere la possibilità, come altre persone della nostra età, di ricevere un'istruzione. Vogliamo essere liberi di scambiare liberamente col mondo, di avere un futuro e di essere motivati a lavorare per esso. Basta paura, basta terrore, basta miseria, basta sogni spezzati, basta raid aerei, basta posti di blocco, basta lutti, basta violazioni di ogni singolo diritto umano che dovremmo avere.

Vogliamo tre cose. Vogliamo essere liberi. Vogliamo poter vivere una vita normale. Vogliamo la pace. E' chiedere troppo? Siamo un movimento pacifista composto da giovani di Gaza e sostenitori altrove che non si fermeranno fino a quando la verità su Gaza e sulla Palestina non sarà conosciuta da tutti nel mondo ed in modo tale che nessun silenzioso consenso o fragorosa inddifferenza sarà accettata. E se falliamo, altri gruppi prenderanno il nostro posto, fino a quando la nostra voce non potrà più essere ignorata. "

giovedì 7 aprile 2011

L'uomo in rivolta...

Questo è il paradosso, fondamentale dilemma etico che s'impone a chiunque sogni una Rivoluzione - e il mondo che verrebbe dopo :

come impedire che si leda la libertà altrui senza ledere la libertà altrui, che le persone soffrano per l'ingiustizia altrui - senza far soffrire nemmeno gli ingiusti...




( ...anche ammesso - e non concesso - che lo faremo, e che riuscissimo a conquistarlo... poi? )

mercoledì 6 aprile 2011

" Questa terra è una terra ingrata... "

La canzone "Mamy" degli Assalti Frontali (presente sull'album "Profondo Rosso", 2011) è stata composta da Bonnot e scritta da Militant A prendendo ispirazione dalla storia di Mabruka Mimuni, suicida nel maggio del 2009 dentro il Cie ('Centro di Identificazione ed Espulsione') di Ponte Galeria.



Se pensate che storie come questa siano eccezioni, beati voi...
e se storie come questa non vi fanno vibrare di tristezza e di rabbia, che siate maledetti.

lunedì 4 aprile 2011

Springtime repression

Negli ultimi giorni :
i 'Centri di Accoglienza ed Identificazione' sono stati dichiarati inaccessibili a tutti i cittadini italiani "non addetti ai lavori" (ad opera di una circolare interna del Ministero degli Interni),
http://www.osservatoriorepressione.org/2011/04/maroni-ha-blindato-i-cie-vietato.html
le forze dell'ordine hanno usato i cavalli per "riacciuffare" i migranti (a Manduria, dove hanno anche "collaborato" con ronde di comuni cittadini),
http://bari.repubblica.it/cronaca/2011/04/02/foto/cavalli-14416327/1/?ref=HREA-1

hanno manganellato i partecipanti a una manifestazione anti-razzista (a Ventimiglia)
e, dato che gli avanzava del tempo, hanno angheriato chi indossava la maglietta di Emergency (a Roma, il 2 aprile, dopo la manifestazione contro la guerra).
http://it.peacereporter.net/articolo/27766/Roma+due+aprile:+agenti+di+polizia+contro+le+t-shirt+di+Emergency
Sono io, o il quadro che si dipinge è agghiacciante - perché già visto?